

A Mosca apre il GES-2, una casa della cultura progettata da Renzo Piano e costruita in un’ex centrale elettrica. Vanity Fair ha avuto il piacere e l’onore di visitarla in anteprima: “Due giovani uomini vestiti con abiti vintage iniziano a parlare tra di loro in russo, si trovano in un salotto che pare rimasto fermo agli anni Settanta. Sembrano recitare per la postura del corpo, rivolta più verso il pubblico che non verso di loro. Ed è proprio così, stanno recitando; allargando la panoramica si nota che il salotto non appartiene a nessuna casa e che dove finisce la moquette c’è un dislivello e tutto il pavimento intorno, più in basso, è bianco. Davanti ai due signori, poi, ci sono tre videocamere e alcuni operatori.” È in corso Santa Barbara – A Living Sculpture by Ragnar Kjartansson, performance dell’artista islandese Ragnar Kjartansson che è al centro dell’apertura di GES-2. La direttrice della fondazione russa, Teresa Iarocci Mavica, ha dichiarato: «Vere protagoniste di questo nuovo spazio sono le persone. Oggi è necessario un nuovo modello di museo, quello del secolo scorso deve evolvere, gli spazi d’arte devono coinvolgere».
Ma dove si trova con esattezza il GES-2? In primis dobbiamo dire che prende vita in una storica centrale elettrica costruita nel 1907 esattamente nel centro di Mosca, sul Bolotnaya Embankment, nel quartiere Ottobre Rosso. Successivamente è stata riqualificata dallo studio Renzo Piano Building Workshop. Ci sono grandi vetrate che non interrompono la vista esterna, ed è per questo che è pensato come un’estensione urbana, ma allo stesso tempo all’interno vien subito voglia di esplorare l’enorme spazio che lo caratterizza. Dalle mostre temporanee agli spettacoli, ci sono tantissime attrazioni nella nuova casa della cultura: un cinema, una sala concerti, biblioteca, negozi, ristorante e caffetteria, un parco giochi, un’area dedicata alle residenze per artisti, alcune sale espositive e un auditorium. La direttrice lo descrive così: <<È un luogo per condividere la conoscenza e per prendersi cura delle persone. Vogliamo superare i cliché, uno fra tutti che i russi siano dei barbari rispetto al resto d’Europa. Per iniziare a farlo abbiamo coinvolto Ragnar Kjartansson, il migliore storyteller e originario di un Paese pieno di cliché e convinto che la Russia faccia parte della cultura europea>> .