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PER LA PRIMA DELLA SCALA CI PENSA ARMANI

Armani mette la firma sulla serata inaugurale del Teatro alla Scala del 7 dicembre. Per dare inizio alla nuova stagione teatrale il maestro Giorgio Armani, appena diventato Cavaliere di Gran Croce, terrà fede al suo ruolo in qualità di Fondatore Sostenitore della Fondazione del Teatro alla Scala.

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LA PRIMA DELLA SCALA SECONDO ARMANI

Una serata, un evento; ma soprattutto una tradizione. La prima della Scala è di vitale importanza per i milanesi, e per tutti gli appassionati dell’arte teatrale. Dal 1778 ad oggi, solo tre volte la prima della Scala non ha avuto luogo. Nel 1897 per la chiusura delle sovvenzioni da parte del Comune e nel 1919 per lavori di restauro. E, ovviamente, nel fatidico 2020 per la pandemia. Ma il 7 dicembre la stagione 2021/22 si apre impetuosamente con un Macbeth di Giuseppe Verdi. Diretto da Riccardo Chailly con la regia di Davide Livermore, Giorgio Armani entra in scena servendo come Fondatore Sostenitore della Fondazione del Teatro alla Scala.

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La Fondazione senza fini di lucro nasce nel 1997 per diffondere l’arte musicale in Italia e all’estero. Giorgio Armani partecipa attivamente fin dagli albori per sostenere la fondazione. E ora, in un momento così drammatico per l’arte musicale, il maestro mantiene fede alla sua promessa.

Dopo un periodo difficile per il mondo dello spettacolo e della musica, questa prima della Scala – dice Armani – assume un forte valore simbolico. Si apre la stagione di una delle istituzioni più importanti della città e dopo mesi di capienze ridotte, la Scala accoglie finalmente il pubblico al completo. Io sarò felice di esserci, ancora una volta, e non solo come spettatore e come milanese, ma come partner della serata e creatore del decoro floreale del Teatro. Questo è per me, e per Milano, un momento carico di energia e di gioia.

E per l’occasione il décor floreale vede la firma di Armani, più precisamente di Armani/Fiori.

ARMANI E L’AMORE PER LA PATRIA ITALIANA

Giorgio Armani non ha mai nascosto il suo amore per la patria italiana. Ma non è da confondere con un semplice patriottismo. Si tratta di attivismo politico, solidarietà nei confronti del suo Paese. Soprattutto durante la pandemia. A marzo dell’anno scorso Armani ha donato più di 2 milioni di euro agli ospedali milanesi in difficoltà, riempiendo di manifesti la città. Specialmente via Broletto, da sempre ricoperta di campagne Armani, ospita un murale ritraente una dottoressa mentre abbraccia l’Italia, diventata simbolo della lotta al Coronavirus.

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E proprio in via Broletto oggi rinasce il Teatro alla Scala. Come ulteriore supporto alle arti in estrema difficoltà, Giorgio Armani accoglie la nuova stagione con nuovo murale. Stavolta, un’immagine del teatro con il suo pubblico, accompagnata da un caloroso “Bentornata!”. Da dicembre, l’immagine vedrà la luce anche nelle strade di Milano, fermate degli autobus e tram della città.


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