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Fiorenza D’Antonio: grazia in scena

Tra fiction, sogni e bellezza senza filtri, l’attrice napoletana si racconta con eleganza e verità.

Attrice di talento e donna dallo stile inconfondibile, Fiorenza D’Antonio che abbiamo visto nelle fiction, Il commissario Ricciardi, I fantastici 5 e Gloria, si racconta tra set, sogni e bellezza autentica. Un viaggio intimo tra cinema, eleganza e ispirazioni quotidiane.

Ogni attrice porta dentro di sé molte vite. Qual è il ruolo che ti ha segnata più profondamente, e quali sogni ancora di interpretare?
Forse il primo amore non si scorda veramente mai, Bianca de “Il Commissario Ricciardi” è stato il primo ruolo importante ed anche se è lontano da me per carattere ed epoca è quello che occupa più spazio nel mio cuoricino. La grande fortuna, oltre alla squadra e i colleghi con cui ho lavorato, sono i romanzi di Maurizio De Giovanni; mi hanno accompagnato per mano alla creazione di un personaggio delicato e forte insieme.

Quali personaggi sogno di interpretare?
Se faccio la lista finisco domani. In assoluto vorrei interpretare una donna spumeggiante, un po’ pazzerella, grande sognatrice dalle emozioni intense. In “Babylon” Margot Robbie mi ha fatto sognare con Nallie Laroy. Amerei un ruolo come quello.

Il cinema è immagine, ma anche verità. Quanto conta per te la bellezza, e come la vivi nella tua quotidianità?
Sembro perennemente una “scappata di casa” a detta di mia madre, altri lo chiamano stile, Per me è un modo di essere e di vivere in semplicità. La bellezza la percepisco in senso molto più ampio, spesso è un particolare, è qualcosa che parla senza aprire bocca.
Sono sicura che la percezione della bellezza sia saldamente legata alla percezione di sé. La bellezza è una luce, è un’immagine a cui ti riporta qualcosa che vedi, una sensazione. E ci sono bellezze diverse, c’è la bellezza della pienezza, la bellezza della nostalgia, la bellezza della primavera e quella del mistero. Faccio sempre un gioco col mio fidanzato, “se fosse un oggetto che oggetto sarebbe?”
Ecco ad esempio una mia amica è il fumo che sale di una candela spenta, un signore che abbiamo conosciuto al biliardo, era un vecchio giornalino sportivo, io, a detta sua, sono un lampadario di cristallo. Certi giorni mi sento una finestra, altri uno straccio, altri ancora sono uno spioncino.
Per me questa è un po’ la storia di come sento io la bellezza, è la bellezza della diversità, della vastità e della varietà del mondo.
Nel quotidiano non mi trucco e indosso un po’ quello che trovo ma quando mi impegno noto nello sguardo degli altri una sorpresa e questo mi diverte, mi piace, e poi anche io in primis mi sorprendo! Quando “mi preparo” trovo sempre qualcosa di nuovo in me, altre possibilità (nel telefono ho una cartella di tutte le acconciature e i trucchi che magari potrebbero diventare proposte di personaggi. Ah e poi sono piena di parrucche e ogni tanto le indosso per uscire), ci sarebbero da dire infinite altre cose, ma proprio infinite, poiché la “bellezza” e i suoi “canoni” mutano col tempo, con la storia, con le mode… e l’essere umano ha sempre cercato di andare in contro a questi canoni ma credo che oggi si sia persa un po’ la bussola… quindi, forse, bisognerebbe imparare ad orientarsi guardando le stelle.

C’è un regista o una regista con cui sogni di lavorare, anche solo per un dialogo sul senso dell’arte?
A questo punto dico Damien Chazelle. Giovanissimo, brillante, profondo ambizioso e impavido. A me piacciono gli autori che osano, che non hanno paura di esagerare, raccontano qualcosa con il loro linguaggio Con la sicurezza che non si può piacere a tutti e vale la pena essere sé stessi.

Qual è il momento della tua giornata in cui ti senti davvero te stessa, senza copione?
Sicuramente mentre dormo.
No, non è una battuta. Sogno moltissimo e la mattina spesso appunto qualcosa, i miei sogni non solo sono delle finestre sul mio inconscio ma hanno proprio una regia e a volte sono in bianco e nero. Aldilà di quando dormo altri momenti in cui mi sento Proprio Me Stessa sono: quando cucino, quando disegno, quando scrivo, quando guido il motorino e invento canzoni o quando sono sotto la doccia e parlo ad alta voce. Ah e soprattutto quando GIOCO. Sono ossessionata dai giochi, da tavola, non da tavola, di ruolo, insomma la mia comitiva o qualsiasi gruppo di persone che mi capita a tiro a un certo punto si sorbisce il momento “animazione”.
Forse dovrei fare l’animatrice.

Il mondo dello spettacolo può essere tanto affascinante quanto spietato. Qual è il tuo rituale per restare centrata e luminosa?
Mah! Mi definirei più una lampadina mezza fulminata. Nella stanza c’è sempre luce ma magari ogni tanto do i numeri. Ad essere onesti, il centro l’ho sempre cercato e continuerò a cercarlo, l’equilibrio non è statico, ci si muove e ci si riassesta continuamente per non cadere. Non è facile ma la terra su cui cammino è fertile ed è piena di alberi, che tradotto significa che ho una grande passione e questo mi nutre e sono piena di persone che amo e ricambiano il mio amore. Il rituale varia con me e non sempre funziona e non sempre lo faccio. Questo mestiere è un bel caos… non lo consiglierei ai cuori troppo fragili. devono “scegliere” Te. “Te” tra infiniti altri bravissimi incredibili esseri umani, proprio te! Te perché? Ma chi lo sa, i fattori per la scelta di un attore sono infiniti. Dico sempre, quando prendo un lavoro, che i pianeti si sono allineati. Avviene un miracolo… davvero.
Questo mestiere mi sta insegnando a gestire il rifiuto, ad avere pazienza e soprattutto fede. Tanta fede; in me stessa.

Photo: Paolo Gavardi

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