AFRICA FASHION: IL V&A MUSEUM DI LONDRA PRESENTA LA SUA PRIMA MOSTRA SULLA MODA AFRICANA
Nel Victoria and Albert Museum di Londra, fondato 170 anni fa e aperto nel 1852, sabato 2 Luglio si è tenuta la prima mostra dedicata alla moda africana, l’Africa Fashion. Dopo ben due anni di preparazione, la mostra è finalmente arrivata nel museo Londinese, e deve alle conquiste coloniali i suoi oggetti più preziosi. Uno dei principali, i tesori di Maqdala, furono depredati durante una campagna militare britannica in Etiopia nel 1868 ai tempi della Regina Vittoria.
“È un momento di transizione che segna l’impegno che abbiamo per celebrare la creatività africana su tutta la linea” spiega al Guardian la curatrice Christine Checinska, che riflette sul ritardo di un’iniziativa culturale che sarebbe dovuta nascere molti anni fa. “Volevamo mostrare la scena della moda panafricana – questo è davvero ciò che unisce i creatori dello show. Quindi, che si tratti del Marocco in Sud Africa o del Ghana a ovest, [vogliamo] cercare di abbattere strategicamente quei vecchi confini coloniali” prosegue Checinska che per l’allestimento della mostra ha coinvolto personalmente i designer africani.
LA MOSTRA AFRICA FASHION
La mostra è divisa in due parti: il piano inferiore è composto da abiti e immagini storiche dal 1950 in avanti, mentre il piano superiore è interamente dedicato ai designer e ai fotografi contemporanei. Ma non solo, tra i numerosi documenti storici riportati i più preziosi sono quelli che ritraggono l’allora primo ministro ghanese Kwame Nkrumah, con indosso un panno kente mentre proclama l’Indipendenza del suo amato Paese dal dominio britannico nel 1957, e i vari ritratti in studio di fotografi tra cui Rachidi Bissiriou, Sanlé Sory e Seydou Keïta, degli anni 1960 e 1970. Numerosi gli stilisti africani rappresentati: tra i tanti troviamo Alphadi – un designer del Niger che ha utilizzato la lavorazione del metallo della sua eredità Tuareg su abiti nel 1980 – e Shade Thomas-Fahm, ovvero il designer più amato dalle donne nigeriane per il vestiario da lavoro nel 1970.
Nella sezione moderna spiccano invece marchi quali Rich Mnisi, Orange Culture e Sindiso Khumalo che nelle loro collezioni affrontano temi di fondamentale impatto ed importanza, quali il femminismo, i diritti Lgbtq+ o l’indipendenza di un popolo. L’estetica della moda africana è stata a lungo soggetta ad appropriazione culturale da parte dei designer europei che utilizzano stampe e modelli per le loro passerelle di Milano, Parigi, New York. Africa Fashion volutamente non affronta questo tema spinoso che coinvolgerebbe molte personalità del fashion system, tuttavia le contaminazioni sono evidenti e dare spazio a questi creativi in un museo di fama internazionale come il V&A significa riconoscere, quanto meno, un debito di riconoscenza nei loro confronti.