

Come ben sappiamo nell’antica società la donna era molto limitata, spesso chiusa in casa e adibita ai lavori domestici, era praticamente la parte passiva della coppia. Fortunatamente negli anni la posizione della donna è cambiata, e ciò è stato possibile anche grazie all’evoluzione della moda. Un esempio è la stilista Vivienne Westwood, una delle figure iconiche nell’industria fashion che è riuscita a mettere in discussione lo status quo. È una donna dallo spirito rivoluzionario e molto critico verso il mondo e la società, soprattutto dell’alta borghesia. Puntava ad essere riconosciuta come una donna forte, intellettuale e indipendente. Ovviamente il suo approccio “strong” si è espresso nelle sue famosissime collezioni di moda, dove andava contro tutti i tabù sociali, e dove elogiava la donna nella sua totalità andando contro gli stereotipi sulla sessualità femminile. Infatti, spesso le sue collezioni venivano considerate scandalose: tra tutte, quella definita più eccentrica per quel determinato periodo storico, è sicuramente Café Society collezione primavera/estate 1994. Vivienne però, qualche anno prima di questa sfilata, aveva già manifestato la sua volontà di eliminare questi stereotipi, presentandosi dalla regina Elisabetta a Buckingham Palace, per ricevere l’OBE, senza biancheria intima. La collezione Cafè Society si tenne all’Hotel InterContinental a Parigi, già un punto a favore verso la sessualità femminile grazie alla decostruzione dei dettagli storici erotici del palazzo, rappresentava tantissimi riferimenti a vestiari di epoche diverse, ai quali la stilista diede libera reinterpretazione. Come potremmo dimenticare Kate Moss in passerella: completamente incipriata con un topless da urlo, mentre mangia un gelato. Le silhouette tutte caratterizzate da couture elisabettiana con particolari vittoriani, e giacche ricoperte di tulle colorato, ma anche erotiche e eleganti scollature. Un’altra rappresentazione audace furono le scarpe di Cracovia, risalenti al 1400, reinterpretate con vibratori per simboleggiare l’importanza del piacere femminile e la possibilità di poterne parlare liberamente. Un’importantissima scelta che avrebbe potuto rovinare la carriera della stilista, ma che invece ha ribaltato completamente le convenzioni dell’epoca.