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Mia Martini: arriva il docufilm sulla Rai

Venticinque anni fa ci lasciava Mia Martini, per tutti Mimì. La carriera discografica di Mia Martini inizia nel 1962 quando, quindicenne e con il nome di Mimi’ Berte’, incide il singolo ”I miei baci non li puoi scordare”. Perche’ arrivi il successo Mimi’ deve aspettare 10 anni. L’estate del 1972 lancia due giovani stelle: una e’ Marcella Bella con ”Montagne verdi”, l’altra e lei con ”Piccolo uomo”, frutto di una collaborazione con Bruno Lauzi, che si aggiudica il Festivalbar.

L’anno prima Mimi’ Berte’ aveva cambiato nome in Mia Martini e con un brano d’avanguardia, il trasgressivo ”Padre davvero”, tratto dall’album ”Oltre la collina” (tra gli autori c’e’ Claudio Baglioni) e censurato dalla Rai, aveva vinto a sorpresa il primo festival d’Avanguardia di Viareggio. 

La consacrazione giunge nel 1973 con ”Donna sola”, ”Minuetto”, scritta per lei da Califano e ”Inno”. Nel 1974 la critica europea la premia come cantante dell’anno e le hit parade ospitano il suo ‘Donna con te’. Inizia una triennale collaborazione con Charles Aznavour sugellata, nel 1977 da un memorabile concerto all’Opera di Parigi. Poi gli anni difficili, in cui la Martini e’ emarginata dall’ambiente con la fama di menagramo.

A fine 1993, da’ vita con Roberto Murolo a una appassionata intepretazione in dialetto napoletano a ”Cu me” di Enzo Gragnaniello. E’ l’ultimo grande successo commerciale di una cantante che non ha mai derogato dalla ricerca della musica di qualita’ anche a scapito della notorieta’ e della rinuncia alla vetta delle hit parade.

C’e ‘ sempre stato un qualcosa di drammatico attorno alla vicenda umana di Mia Martini. E la sua scomparsa prematura, purtroppo, e’ un evento che sembrava scritto nel destino di un’ artista che con la fortuna e’ sempre stata in largo credito. Mia Martini e’ stata una delle voci migliori della canzone italiana, un’ interprete che solo in qualche occasione ha avuto la possibilita’ di esprimere al meglio il suo talento e che solo di rado ha avuto il successo che meritava. Probabilmente se fosse nata in un Paese dove la musica e’ trattata con meno superficialita’ sarebbe entrata nel novero dei grandi: in Italia, invece, ha dovuto fare i conti con un repertorio quasi mai all’ altezza dei suoi mezzi e con una mentalita’ provinciale che le ha quasi distrutto la carriera.

E su RaiPlay il ricordo di Mia Martini. Un docufilm, una fiction e un programma tv permettono nuovamente agli utenti di apprezzare il talento e l’umanità della grande cantante.

Fonte: Ansa

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