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EditorialInterview

ANTONELLO AMOROSO PROTAGONISTA DEL PRIMO NUMERO #GREEN DI PINK LIFE MAGAZINE

Protagonista della cover del numero cartaceo di Pink Life Magazine è il noto imprenditore di origine molisane, Antonello Amoroso, founder della “Amaranto Group” società leader nella progettazione e realizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e sostenitrice di iniziative ambientali, sportive e culturali.
La “Amaranto Group”, potenzia lo sviluppo industriale del territorio sfruttando le energie rinnovabili con le migliori tecnologie disponibili sul mercato, producendo energia pulita anche integrando la vocazione agricola del terreno su cui viene costruito l’impianto, combinando agricoltura e produzione di energia da fotovoltaico (agro fotovoltaico);
Antonello, rappresenta in tutto l’uomo Pink Life: affascinante, imprenditore di successo, fashionista e carismatico. In questa intervista ci racconta un po’ della sua vita e del suo lavoro.


Antonello, spieghiamo un po’ a tutti i nostri lettori, cosa è il fotovoltaico.

Con la sensibilizzazione che tutto il mondo sta facendo, credo sia abbastanza noto a tutti. In poche parole parliamo di una tecnologia che attraverso dei pannelli solari e altri strumenti specifici ci permette di “raccogliere la luce del sole” e di trasformarla in energia da utilizzare in tutte le nostre case tutti i giorni senza impattare sull’ambiente.

La tua azienda, la Amaranto Group, ha sede in Molise, dove sei nato. Una scelta strategica o di cuore?

Assolutamente di cuore e “sbagliata” se la intendiamo come scelta di business. Ma pur facendo impresa cerchiamo sempre di avere un risvolto sociale e altruistico come d’altronde lo è il nostro mestiere con le energie rinnovabili. Un beneficio anche per gli altri. Il Molise rimane la nostra sede principale con uffici a Roma, Milano e nelle principali capitali europee come Londra, Parigi, Varsavia e Bucarest, dove mi tocca fare la spola.

Hai creduto nelle energie rinnovabili ancora prima che avessero il ruolo importante che gli viene riconosciuto oggi. Intuizione, tanto studio alle spalle o rispetto per l’ambiente?

Con il senno di poi posso dire intuizione, con un pizzico di fortuna e anche un po’ di incoscienza, data sicuramente dalla giovane età al tempo. È inutile dire che il background di studi e di esperienze fatte da ragazzo, in diverse parti del mondo, hanno fatto la loro parte.

Ci spieghi perché è così importante smettere di usare i combustibili fossili?

La risposta viaggia su due binari, la prima è quella che per utilizzare i combustibili fossili per produrre energia, dobbiamo attivare dei cicli, come ad esempio banalmente bruciare il carbone che è un fossile, e questo produce la famosa Co2, ossia anidride carbonica che contribuisce ad “allargare” il buco dell’ozono con il conseguente surriscaldamento del pianeta, oltre ad altre sostanze rilasciate in atmosfera che causano piogge acide ed effetti diretti sulle persone e il territorio. L’altro binario è l’approvvigionamento, le fonti rinnovabili si chiamano così perché si rinnovano e sono inesauribili come ad esempio il sole, il vento e l’acqua quindi non solo verdi ma anche inesauribili.

In tanti sostengono che gli impianti fotovoltaici sono (ancora) troppo costosi…

È falso! Purtroppo è un luogo comune frutto della cattiva informazione. Basta chiedere a chi lo ha in casa o ad esperti del settore che con numeri e leggi alla mano possono dimostrare il contrario.

Perché dovremmo credere e investire nell’efficienza energetica e nelle rinnovabili?

Perché, per usare un gergo del business, è win-win, un vantaggio per tutti, nessuno ci perde. Se possiamo fare qualcosa di utile unendolo al dilettevole… perché no?!Aiutiamo a salvare il pianeta che lasceremo ai nostri figli, nipoti e pronipoti. Gli effetti della devastazione causata dall’uomo, sono evidenti a tutti. Basta guardare, solamente negli ultimi dieci anni, come sono cambiate le stagioni e tanto altro ancora …un motivo ci sarà.

Parliamo un po’ di te. Quando non sei impegnato nel lavoro, cosa fai nel tempo libero? Quali sono le tue passioni?

Purtroppo il tempo libero è veramente poco ma per carattere e nota iperattività cerco di sfruttarlo al massimo. Trascorro quanto più tempo possibile con la mia famiglia e cerco, con miei due figli, di ritagliare tanti momenti da condividere insieme. E poi c’è la musica… la mia passione da sempre. Pratico sport all’aria aperta come la corsa e il golf. Ovviamente non può mancare tempo per i miei amici di sempre con i quali cerco di trascorrere anche piccoli ritagli di tempo ma sempre con il buon umore.

Si percepisce, anche dalle foto dell’editoriale, che segui la moda e sei molto attento ai dettagli. Dimmi tre cose che non devono mai mancare nell’armadio di un uomo.

Uno smoking, una camicia bianca e la tuta domenicale con annesse sneakers… il mio “Sunday Best”.

Un accessorio a cui non riesci proprio a rinunciare.

L’orologio, che come dice un mio mentore è l’unica cosa che davvero appartiene a noi stessi. Lo scegliamo e lo indossiamo perché ci piace, nessuno ce lo impone e non lo condividiamo con nessuno.

Un consiglio ai giovani che vorrebbero puntare al successo.

La cosa fondamentale è credere in ciò che si fa, avvalersi di persone e collaboratori validi nei quali riporre massima fiducia, affrontare sempre la verità senza curarsi degli invidiosi e delle malelingue. Studiare ed informarsi sempre su tutto. Svegliarsi al mattino volenterosi e contenti di recarsi al lavoro. Queste sono le strade giuste per ottenere dei risultati soddisfacenti. Il successo siamo noi stessi.

Viviamo in un momento molto particolare, il Covid_19 ancora non ci ha abbandonato. Questa pandemia ha cambiato un po’ la tua visione sulla vita?

In realtà molto, sia dal punto di vista personale che lavorativo. Ho capito che tutto può succedere e che ci sono eventi che non possiamo controllare. Ho imparato che possiamo fare assolutamente a meno del “superfluo”. Ho capito quanto sono importanti i rapporti umani, ai quali siamo stati sottratti, e anche quanto sia fondamentale il senso civico di noi tutti e l’unione per superare le problematiche. Dal punto di vista lavorativo, con lo smart working, siamo riusciti a lavorare bene e ad ottimizzare i tempi di produzione ma ahimè, d’altra parte, ne hanno risentito i rapporti personali. Avendo relazioni in tutto il mondo e con tantissime persone, la percezione più forte è stata quella che è un problema di tutti e che ognuno di noi, indiscutibilmente, deve fare la sua parte per poterne uscire.

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