Indossare capi d’abbigliamento vintage è ormai di tendenza assoluta. Anche le celebrità hollywoodiane non potevano non cogliere l’occasione ed immergersi, insieme ai loro abili stylist, negli archivi dei brand più amati dal grande pubblico, riportando all’attenzione la bellezza di abiti che erano opere d’arte e che possiedono tutt’oggi una certa capacità di reiterazione, ovvero potere di ritornare, riuscendo a riportare in vita personaggi come Alexander McQueen o Gianni Versace. Indossare capi d’archivio, però, risulta essere una scelta dettata anche dal marketing e non solo dall’estetica o dall’amore dell’operato di uno stilista defunto, poiché l’effetto nostalgia riesce a colpire tutti, anche coloro che sostengono di preferire le novità, senza rendersi conto che la “novità” nel 2022 può essere proprio il vintage. A questo punto il confine tra il nuovo e il vecchio scompare e si creano outfit mixando prodotti degli anni ’80 con quelli dei primi anni duemila o di oggi.
La scelta più significativa di questa passione è stata rappresentata da Kim Kardashian, e dal suo team, indossando il vestito che Marilyn Monroe scelse per il compleanno di John F. Kennedy nel 1962, firmato Jean Louis. Colei che ha dato un tocco di modernità all’archivio è la modella Bella Hadid, scegliendo per un evento a NYC un romantico abito del ’59 disegnato da Yves Saint Laurent, vestito visto ai tempi anche su Jackie Kennedy Onassis, first lady americana. L’ultimo momento, però, in cui ha manifestato la sua passione per i pezzi d’archivio è stato recentemente al festival di Cannes, apparendo sul red carpet con un vestito del nostro Gianni Versace, che lo ideò per Salomé, opera messa in scena al Teatro alla Scala di Milano ed interpretata dal soprano e mezzo-soprano Helga Dernesch.
La domanda a questo punto sorge spontanea: come mai le celebrità, le quali possono avere tutto, prediligono il vecchio – che lo è solo temporalmente – al nuovo? Semplicemente perché sono più trendy e innovativi i vestiti vintage piuttosto che quelli contemporanei. D’altronde, è più che logica questa ricerca nel passato a discapito del presente poiché gli attuali fashion designer cavalcano continuamente vecchie tendenze e rimandano lo spettatore a collezioni e sfilate datate senza porsi il problema di creare una nuova estetica che renda il nuovo millennio apprezzabile.