Il progetto “A New Nothing” è stato fondato nel 2014 da Ben Harper e Nat Ward, e si tratta di una piattaforma on-line per artisti, collezionisti e fotografi che basano le loro conversazioni totalmente sull’immagine. Gli artisti, quindi, si scambiano delle idee dando vita a delle vere e proprie narrazioni visive. I suoi due fondatori, per espandere la mentalità di questo sito web, hanno deciso di creare una serie stampata, pubblicata da Sleeper Studio, invitando gli editor ospiti a creare delle sequenze attraverso le conversazioni, utilizzando le immagini presenti sul sito. Inoltre ogni editore dona anche un contributo scritto, parlando e ponendo l’attenzione ai modi inusuali con i quali le persone pensano alle fotografie. Ma com’è nato realmente questo progetto? E come hanno fatto a decidere la tipologia migliore per il sito web? Ce lo spiega Vogue che ha avuto il piacere di intervistare i due fondatori. Nat: <<Ben si è trasferito da New York City alla Carolina del Nord nel 2012 e ci siamo subito resi conto di due cose: ci mancava l’un l’altro, ci mancava lavorare insieme su mostre fotografiche ed eravamo terribili nell’usare mezzi convenzionali per tenerci in contatto. L’idea di “A New Nothing” è nata in risposta a una serie di domande che ho posto a Ben durante una visita a New York nel 2014. Come potremmo usare la velocità e la facilità di Internet per ridurre efficacemente la distanza tra due fotografi, tra di noi? E come potremmo creare qualcosa insieme che consenta un coinvolgimento più lungo con le immagini, qualcosa di più simile all’esperienza visiva contemplativa delle mostre fisiche a cui avevamo collaborato prima, qualcosa di decisamente diverso e più imprevedibile di uno scorrimento infinito di istantanee previste e consegnate algoritmicamente? E infine, come potremmo creare uno spazio sociale, uno spazio intimo, per i fotografi per giocare in pubblico. Traendo ispirazione dalle nostre esperienze di sequenziamento delle immagini nei libri, pianificazione di mostre e dall’esercizio di disegno surrealista squisito cadavere, abbiamo deciso di creare uno spazio online per le persone per comunicare con un partner attraverso l’immediatezza delle sole immagini. Ho costruito un sito WordPress spoglio in modo che Ben e io potessimo testare il concetto da soli. Una volta che è diventato ovvio quanto ci stavamo divertendo, quanto potesse essere eccitante la semplice esperienza di comunicare nelle fotografie avanti e indietro in pubblico, abbiamo invitato altri fotografi a partecipare>>. Ma con quale criterio vengono uniti i fotografi? Ben: << In realtà non abbiniamo mai i partner sul sito. Spesso invitiamo qualcuno a contribuire o accettiamo l’invio di qualcuno, ma quella persona è sempre responsabile della selezione del proprio collaboratore>>. Quanto dura una conversazione? Nat: <<La durata delle conversazioni varia notevolmente. Alcune conversazioni attive su A New Nothing sono iniziate sette anni fa con i partner che pubblicano ancora regolarmente. Altri durano solo poche settimane>>.
Cosa hai imparato sull’editing durante l’esecuzione di A New Nothing? Nat: <<Grazie in gran parte alla mia esperienza di esecuzione e visione dell’evoluzione di A New Nothing, sono diventato molto più aperto nella mia pratica ai tipi di rischi inaspettati, imprevedibili e potenzialmente molto produttivi che derivano dall’editing intuitivo e dal sequenziamento nella fotografia. E, poiché la visualizzazione delle immagini sul sito premia un tipo di sguardo e pensiero più lungo, più lento, persino analitico, mi sono dato più tempo e spazio per riflettere e imparare sia dalle mie immagini che dalle decisioni fotografiche degli altri. Questi modi di pensare, vedere e creare immagini portano costantemente a nuove idee, a sequenze inaspettate di pensieri nelle immagini, e quindi alla paternità fotografica collaborativa che finisce per essere correlata ma completamente distinta dall’output di un individuo>>.