a cura di Davide Milone
La cucina di Philippe Léveillé è il prodotto di una storia in cui amore e ambizione si incontrano nel 1976 al nord della Francia.
La cucina di Philippe Léveillé è il prodotto di una storia in cui amore e ambizione si incontrano nel 1976 al nord della Francia. “Vengo da una famiglia di ostricoltori, il mondo della cucina girava a casa mia sin da tenera età». Ambizioni che hanno trovato casa nello splendido Miramonti L’Altro a Concesio, in provincia di Brescia. La storia di Philippe copre il mondo intero con esperienze negli Stati Uniti, Sud America e Africa fino ad arrivare all’apertura di un ristorante ad Hong Kong, L’Altro, dove ha conquistato la prima di ben due stelle Michelin. Una location che amplia la filosofia instaurata in Lombardia in cui Levéillé punta a rendere l’esperienza del pasto una vera e propria oasi di pace nel caotico mondo che ci circonda. Operando in bilico tra quelle che sono le due più rinomate cucine europee, Philippe fa chiare le principali distinzioni «la differenza sta nelle ricette, quelle francesi sono codificate sin dal 600 tramandatesi fino ad oggi, la cucina italiana ti dona una paletta da pittore con innumerevoli colori a disposizione». Una creatività che però non deve intralciare la tradizione mirata al giorno d’oggi proprio dalla diffusione dell’arte culinaria italiana nel mondo. «Se c’è una parola che odio, è “rivisitazione”, specialmente quando si parla di piatti che non si conoscono a fondo». La ricetta segreta per Philippe è “L’identità”, quella dello chef viene forgiata da spezie, frutti di mare e ostriche. Il menù alla carta del Miramonti L’Altro esprime ogni parola spesa con Léveillé, dal moderno #Volevoessereunpomodoro!! alla provocatoria Sogliola a chilometro zero e a 1101 chilometri di distanza. Mentre Léveillé vive l’ultimo capitolo della sua carriera ci rivela che sono le animelle «le amo tantissimo, sia mangiarle che prepararle» il suo prodotto favorito.
Foto di Nicolò Brunelli