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IL SILENZIO USATO COME ARMA: COME COMPORTARSI QUANDO ACCADE?

Molte persone utilizzano il silenzio contro gli altri come arma per poterli manipolare. Il loro scopo è quello di ottenere un clima di tensione che pian piano va a creare una vera e propria punizione. Il silenzio imposto è davvero doloroso e stressante, ed è un attacco che fa più male di un urlo.

LA PRATICA DEL SILENZIO
Una persona che non contraccambia un saluto o che va in giro per casa ignorandoti, è una persona che ti sta “attaccando”. I motivi sono semplici: non sei apparso nel momento in cui lui/lei voleva oppure non eri d’accordo con un suo pensiero. Nel momento in cui decidi di chiedere spiegazioni, non riceverai nessuna risposta concreta e soddisfacente, nella maggior parte dei casi risponderanno dicendo che sono solo arrabbiati, nei peggiori ignoreranno anche quest’ultima richiesta di approccio. Ma perché ci si comporta così? Facile, il soggetto che ti sta trattando in questo modo otterrà ciò che vuole: manipolarti. I consigli utili per combattere queste situazioni sono:
Sii forte e non mollare alla sua manipolazione, forse smetterà di farlo.
-Rompi il tuo silenzio, parla con lui/lei, non aver paura.
-Esponigli il tuo pensiero. Spiega che la sua posizione è fastidiosa e sproporzionata.

IL SILENZIO FA MALE
Il silenzio crea molte insicurezze nella persona che lo riceve, e a lungo andare può influire sulla propria autostima. La persona che vi ignora lo fa per sottolineare che il vostro pensiero non è importante, e che il suo tempo non è degno di essere utilizzato per dare una risposta. Evitano il confronto e la comunicazione, lasciando l’altra persona in attesa. In una qualsiasi relazione il silenzio fa male, e ciò accade poiché non si riesce a comprendere i motivi di tale comportamento e non si ha modo di poter spiegare le proprie ragioni. Questa pratica, alla persona che ne sta risentendo, porta a non capire cosa stia accadendo in maniera oggettiva e ad iniziare a porsi mille dubbi e pensieri.

GLI ATTEGGIAMENTI DA ADOTTARE IN QUESTE CIRCOSTANZE
Non insistere, non chiedere insistentemente spiegazioni, nè dargli torto. Provate a lasciare del tempo, sia per non farlo sentire giudicato e sia per fargli capire che questa forma di comunicazione non è giusta.
Allontanatevi – non cedete alle paranoie generate dal silenzio. In questo modo l’altra persona potrebbe comprendere la necessità di una comunicazione.
Se aspettate, ma non c’è nessuna svolta, provate a riprendere la conversazione – dopo un po’ di tempo – in maniera più oggettiva.

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