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Radio Capital intervista il ministro Boccia

Partiamo dalle ultime novità. L’Eurogruppo ha trovato un compromesso. In maggioranza c’è chi lo legge come un bicchiere mezzo pieno, altri hanno un giudizio radicalmente negativo.
Anche qui serve seguire la stessa strada, quella maestra della verità. Ed eviterei propaganda inutile che fa solo danni a tutti. È un passo avanti, dobbiamo continuare a essere uniti per essere ancora più forti. Intanto, grazie al lavoro fatto da Italia, Francia e Spagna si parla finalmente per la prima volta di emissioni comuni per finanziare il recovery fund (fondo per la ripresa), oltre ai 200 mld mobilitati dalla Bei, ai 100 del programma Sure e alle forme di sostegno già attivate da Bce. L’Europa c’è. Noi dobbiamo pretenderla sempre di più, ma c’è. Poi c’è la disponibilità da valutare tutti insieme di 30 miliardi solo per la sanità e senza alcuna condizione attraverso il Mes. Decideranno i capi dei governi nel Consiglio Europeo e poi i Parlamenti hanno sempre l’ultima parola. Ma il promo passo avanti dell’Europa c’è stato. Non ci fermiamo e andiamo avanti. Questa è solo una prima fase.

Cosa avete deciso sul lockdown?
Il Governo adotta decisioni sulla base delle valutazioni scientifiche continuamente sottoposte alla nostra attenzione. Il Presidente Conte, e il Governo nel suo insieme, ha in atto un confronto permanente attraverso la cabina di regia con dentro Regioni, Enti locali, parti sociali. Non stiamo parlando di decisioni banali, ma di valutare misure che riguardano in primo luogo la salute degli italiani e poi, ovviamente, la tenuta economica e sociale del Paese. Sono misure che vanno adottate con equilibrio, prudenza e saggezza, se posso permettermi questo termine. Al primo posto c’era, c’è e ci sarà la tutela della salute pubblica. Su questo punto non ci sono sconti o scelte avventate.

Ci sarà già dopo Pasqua una riapertura di filiere industriali? E sul commercio al dettaglio?
Il Presidente Conte ha indicato come linea quella della gradualità. Ed è quella più saggia in questo momento, tenendo conto del parere della scienza sui rischi che abbiamo di fronte. La politica poi si assume le responsabilità della decisione finale. Siamo in presenza di un attacco di un virus sconosciuto del quale non conosciamo l’inizio e nemmeno la fine e, pertanto, dobbiamo procedere con la massima cautela. Gradualità significa stabilire settori, tempi e luoghi.

Valutate riaperture mirate in Regioni meno colpite?
Oggi è presto per dirlo. In futuro potrebbero esserci valutazioni differenziate. Ci sono luoghi dove le misure di contenimento hanno impedito l’esplosione dell’epidemia come avvenuto in alcune Regioni del Nord e questo non perchè al Nord siano stati meno virtuosi, ma perchè lì è iniziato tutto. È stato uno tsunami sanitario affrontato con immane coraggio dalle Regioni più colpite anche nei decessi come Lombardia, Emilia, Piemonte, Liguria, Veneto. Il lockdown, che è doloroso e costoso, ha impedito decine di migliaia di ulteriori vittime, diciamoci tutta la verità e diciamola anche a tutti coloro che in questo momento fanno pressing per ripartire subito. Per fortuna le misure adottate hanno fino ad oggi tenuto in sicurezza le Regioni del centro sud, ma questa barriera di difesa eretta va rafforzata non abbattuta.

Alcuni partner europei ci pressano. Senza tempi certi rischiamo di perdere commesse e settori di mercato.
Non c’è nessun pressing da tenere in conto. Ho letto che gli industriali dell’auto tedeschi premono su quelli italiani per ripartire immediatamente. Davvero, non trovo le parole per commentare queste dichiarazioni mentre il Governo era impegnato in una battaglia durissima in Europa. E proprio con i tedeschi. Ripartiremo ma non per far contento qualcuno qualche settimana prima ma per tenere in sicurezza e in un mondo migliore gli italiani e gli europei.

Quando prevedete un allentamento delle misure di restrizione sociale? Borrelli ha indicato la data del 16 maggio, ora si parla del 3.


Il capo della Protezione civile aveva fatto ipotesi astratte sulla base dei dati in arrivo, non aveva indicato una data orientativa. Tutti vogliamo la normalità ma alcuni hanno il dovere della verità assoluta. In questi giorni della Santa Pasqua le restrizioni dovranno essere ancora ferree. Poi capiremo le classi di rischio delle diverse attività economiche e decideremo tutelando prima la salute e poi l’economia. Marzo è stato uno dei mesi più terribili della storia d’Italia. Quando la sera cerco di prendere sonno penso e ripenso alle migliaia di vittime e ai loro familiari e dico solo che dobbiamo essere attentissimi a impedire un nuovo riaccendersi dell’epidemia. Questo dovrebbe essere il pensiero fisso di tutti. industriali compresi; so che stanno soffrendo ma dopo saremo tutti più forti. Non ci sono due Italie: se continuiamo a contare malati e morti noi le fabbriche per chi le dobbiamo riaprire? Lo faremo, come dice il premier, con gradualità. La lezione della Cina insegna.

Intervista di Radio Capital

Fonte: Huffington post

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