

Siamo nel pieno dell’invero ma Le Splash vuole darci una ventata di aria estiva con la sua nuova campagna di Jacquemus. Il protagonista scelto dal brand è il rapper e produttore portoricano Benito Antonio Martínez Ocasio aka Bad Bunny, il quale ha posato per la campagna a Miami, dove è stato fotografato da Tom Kneller e curato dallo styling di Zoey Radford Scott. Il rapper viene ripreso durante dei momenti giocosi, ricchi allegria: con una bici, su un paio di pattini, con l’acqua, con tutto ciò che ha a disposizione. Il mood della campagna è divertente, ma soprattutto coloratissimo e genderfluid.
Quest’ultimo tema abbiamo già notato come sia fondamentale per il brand… Ma non vi ricorda qualcosa? Ebbene sì, parlo della meravigliosa campagna del 1999 che aveva come protagonista il mitico Brad Pitt, scattato dal fotografo americano Mark Seliger per Rolling Stone. La campagna di Le Splash sembra essere un chiaro riferimento a questi iconici scatti. Come ben sappiamo il concetto di fluido e di genere, alla fine degli anni ’90, non era ancora entrato a far parte del mondo della moda e della stessa società.
Ma raccontiamolo dall’inizio: Nel 1999 Mark Seliger era chief photographer di Rolling Stone – ha ricoperto la carica dal 1992 al 2002 – e a inizio anno Seliger e Pitt si incontrano nell’atrio dello Chateau Marmont di Los Angeles. Non era di certo la prima volta che i due lavoravano insieme, ma quel giorno Pitt disse a Seliger: “Ho un’idea davvero strana“. Questa strana idea era quella di indossare vestiti e accessori femminili, ma non come un travestimento o come goliardia, ma come se semplicemente un alieno. Ma perché proprio un alieno? Poiché l’alieno provenendo da un altro pianeta era incurante dei pregiudizi, e inconsapevole dei commenti e dei giudizi che sarebbero nati dopo la pubblicazione del servizio. Nell’intervista che ha poi accompagnato lo shooting, Pitt ha dichiarato che voleva presentarsi come “un’alternativa alla vita moderna” e, a proposito dei look scelti ha aggiunto: “Non c’è niente di cui parlare. Non potevo mettermi lì e fare di nuovo il bel ragazzo…Penso che quei vestiti fossero dannatamente belli. Sinceramente, non so cosa diavolo stessi facendo. Mi sentivo semplicemente meglio di qualsiasi altra cosa”. Ovviamente i media di quegli anni non risposero bene alla provocazione. Adesso, a distanza di 23 anni, quel servizio fotografico ha finalmente ricevuto il valore che merita, rispecchiando a pieno la contemporaneità.
