

La sfilata Haute Couture primavera/estate 2022 di Schiaparelli, tenutasi al Petit Palais di Parigi, è stato un gran successo. La collezione, soprannominata dal proprio direttore artistico, Daniel Roseberry, “The Age of Discipline”, è formata sul concetto di rigore, venutosi a formare come conseguenza della pandemia, che ha ribaltato la nostra normalità, ormai basata su nuove regole di comportamento. La collezione è davvero ricca di oggetti, i quali sono destinati al culto del bello. Il direttore creativo opta per una prospettiva mistica e religiosa per rappresentare il concetto di confinamento: da un lato abbiamo gli abiti che si ispirano alle vesti monacali, raffigurate dai tipi di tagli sartoriali, e dal riferimento della bicromia in bianco e nero;
Dall’altro, abbiamo l’omaggio alla figura della sacerdotessa pagana, grazie all’intervento dell’oro, rappresentato nella sfumatura della maison con sottotono rosso, dei ricami scultorei e degli elegantissimi dettagli metallici. Quest’ultima riconoscenza è decisamente simbolica per la maison, la quale è molto legata all’onirismo e all’astrologia. “Dopo due anni passati a pensare al surreale, mi sono ritrovato invece a pensare all’empireo: Il cielo come luogo di fuga dal caos del pianeta, ma anche la casa di una mitica sacerdotessa, allo stesso tempo dea e aliena, che potrebbe in effetti camminare tra noi. Un essere i cui gli abiti sfidassero le regole della gravità. L’ho immaginata indossare forme sartoriali affilate come un rasoio, la vita stretta e colli di “colomba” sovradimensionati pronti a prendere il volo” – afferma Roseberry.
La donna Schiaparelli trasforma la tristezza e la solitudine di questo periodo per interagire con se stessa e con il divino, decidendo di optare per l’ascetismo, eliminando i colori vivaci e utilizzando le silhouette barocche. Come dicevamo prima, la maison è molto legata all’astrologia: “Mio zio era una persona straordinaria. Io gli piacevo perché, diceva lui, ero nata con la costellazione dell’orsa maggiore sulla guancia”. Questo amore lo possiamo notare nella collezione “Cosmica” del 1937, conservata al Metropolitan Museum di New York, raffigurante il Carro del Sole e il sistema solare. Uno dei dettagli che salta più all’occhio è sicuramente il ricamo del Dio Apollo in paillettes dorate, la presenza di Saturno, e la personificazione del Dio Chronos. Roseberry identifica tutto ciò in dei meravigliosi gioielli, cappelli e corsetti di metallo dorato scolpiti. Infine, l’ultima caratteristica importante della sfilata sono sicuramente i fiori, che caratterizzano gli abiti con delle silhouette delle palme. Ma come mai proprio la palma? Poiché in epoca romana assunse il valore di pianta sacra alla Dea Vittoria, diventando poi rappresentazione del sacrificio e della rinascita. La possiamo notare spuntare da un bolero color panna, stilizzata con foglie d’oro indosso a Mariacarla Boscono, oppure in un copricapo di piume total black.