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Auto: 14% in meno a gennaio rispetto a 2020

Parte in salita nel nuovo anno per il mercato italiano dell’auto. Pesano ancora la pandemia e il clima di incertezza, dovuto anche alla crisi di governo. A gennaio sono state immatricolate 134.001 auto, il 14% in meno dello stesso mese del 2020. Una flessione – spiega il Centro Studi Promotor – che, senza i due giorni lavorativi in meno, sarebbe stata più contenuta, pari al 4,97%, a fronte di veri e propri crolli registrati dai principali mercati europei.

Un risultato importante ottenuto grazie agli incentivi. L’Unrae, l’associazione delle case estere in Italia, prevede per il 2021 la vendita di 1.550.000 auto, cifra ancora molto lontana dai livelli 2019 (-19%). Stellantis, che a gennaio ha mosso i primi passi dopo la fusione di Fca e Psa, ha una quota pari al 39,2% del mercato italiano (l’anno scorso le due case avevano complessivamente il 43,1%). Le immatricolazioni sono state 52.542, il 21,7% in meno dello stesso mese del 2019 quando ancora Stellantis non c’era: 30.660 per Fca, in calo del 23,2% (quota dal 25,6 al 22,9%), 21.882 per Psa, il 19,6% in meno (quota dal 17,5 al 16,3%). Fra le altre case crescono del 18% Toyota, che ha quasi il 5% del mercato, e Suzuki (+21%). Registrano segni positivi i brand del lusso: Mercedes cresce del 12,1%, l’Audi del 3,4% e Bmw dell’1,8%. Tutte le associazioni della filiera chiedono un rifinanziamento degli incentivi. “Per continuare a sostenere il mercato dell’auto e, con il mercato dell’auto, l’economia – osserva Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – è necessario che il Governo provveda a integrare in maniera sollecita e adeguata lo stanziamento per incentivi alle auto con alimentazione tradizionale (benzina, gasolio, gpl e metano) con emissioni di CO2 non superiori a 135 gr/km”.

 “Il mese d’apertura del 2021 – sottolinea Paolo Scudieri, presidente dell’Anfia – parte svantaggiato a causa di 2 giorni lavorativi in meno rispetto a gennaio 2020. Anche i primi giorni del mese, con l’ultima parte delle festività in zona rossa, possono aver indotto i consumatori a rimandare gli acquisti, nonostante la piena attività dei concessionari, mentre la crisi di Governo ancora in corso ha aggiunto un ulteriore fattore di incertezza in un momento storico già particolarmente difficile”. 

“Se non fosse stato per il contributo dei primi acquisti attivati dai nuovi incentivi, operativi dal 18 gennaio, il risultato finale sarebbe stato pesantissimo, un vero e proprio crollo” commenta Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto, la Federazione dei concessionari auto. “I programmi del Piano nazionale di ripresa e resilienza – sottolinea il presidente di Unrae Michele Crisci – rappresentano un’occasione storica per l’Italia, fondamentali per il decollo della mobilità verde e il rilancio del settore automotive, con benefici per l’ambiente, la stabilità occupazionale e il bilancio dello Stato”.

Fonte Ansa

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