Salvatore Pezzella si racconta a Loke: “Vivo in realtà parallele, disegno e faccio spazio alla fantasia”

Salvatore Pezzella, ultimo dei romantici disegna abiti per entrare in mondi paralleli. Ma il fashion non gli basta, nel suo universo anche l’arte e il design hanno un posto importante.
Abbiamo parlato con lui del suo ultimo contest vinto; ci ha raccontato di un anno di gioie e dolori, e di come si affronta la vita. E di cosa potrebbe fare in futuro.
Personalità riservata, occhi vispi e uno stile inconfondibile. Salvatore Pezzella è un giovane designer campano che in appena due anni è riuscito, con il suo talento a farsi strada nei meandri del fantastico e tanto ambito mondo della moda. Il suo stile ed il suo estro, hanno fatto si che, grazie alla sua tenacia, sia stato notato ed apprezzato da buyer e stampa.
Vediamo com’è per un giovane ed ambizioso farsi spazio e farsi notare in un mondo chiuso come quello della moda. Quello che ho notato durante un pomeriggio passato con lui è quanto ci tenga alle persone che ha accanto, quanto questo giovane ragazzo rimanga con i piedi per terra e gestisca in modo magistrale tutte le situazioni che gli si prospettano e quanto ami in modo viscerale la sua professione.
Quando hai capito che volevi diventare stilista?
Diventare stilista non era il mio sogno da piccolo, ma non nascondo che la moda, il design mi hanno sempre affascinato. Da piccolo alle scuole medie avevo un piccolo taccuino e disegnavo dei mini abiti da sposa per le mie amiche di classe, disegnavo ciò che loro mi chiedevano oppure quello che io immaginavo per loro. Poi pensando al futuro le cose cambiarono con l’inizio delle scuole superiori cambiarono tante cose cercavo di pensare ad un futuro concreto, non facilmente realizzabile, ma comunque raggiungibile. Cominciai a valutare l’idea di diventare designer d’interni, ho mio zio che è architetto e più volte quando lui faceva i 3D mi chiedeva dei consigli, così entrai nell’ottica che quello sarebbe stato il mio lavoro futuro. Poi al terzo ci fu di nuovo un cambio di rotta improvviso, più che altro un ritorno alle origini e cioè la consapevolezza di voler fare “qualcosa” (non sapevo cosa), in questo settore. Ho concretizzato l’idea cominciando il mio percorso di studi in accademia, dove ho capito che il mio posto sarebbe stato quello.

Come sei riuscito ad arrivare primo nella scelta di questo contest?
Come ci sono riuscito non lo so! Ho deciso di partecipare al contest con qualcosa che rappresentasse quello che sono oggi, e una parte di quello che sono stato fino a qualche anno fa. Ero fuori allenamento perché era da un po’ di tempo che non mi dedicavo ad un progetto, e infatti ho vissuto l’attesa dei risultati in modo tranquillo, senza troppi pensieri per la testa. Quando ho scoperto di essere primo quasi non ci credevo, ma sono davvero contento!
Sei nato e cresciuto a Aversa. Raccontaci tutto del tuo percorso dal Campania a Milano.
Sono nato ad Aversa in provincia di Caserta il 19 novembre 1996, ed ho vissuto fino allo scorso anno a Crispano, un piccolo paesino in provincia di Napoli, situato a nord. Fin da quando ho avuto la capacità di capire cosa era giusto e cosa sbagliato, ho sempre capito che quel posto mi stava stretto, molto lontano dal mio modo di pensare. Forse perché fin da piccolo ho avuto l’opportunità di viaggiare, a 13 anni ho scoperto Londra e nella mia mente facevo tutta una serie di paragoni che mi facevano pensare che qualcosa non va. Londra è un pezzo di cuore e quando posso ci vado sempre, ed è stata la mia prima scelta quando dopo il liceo decisi di studiare moda. Io e la mia famiglia che mi ha seguito da sempre, stavamo già capendo come fare, ma poi c’è stato un cambio di rotta. Ho deciso di studiare a Napoli, perché la moda è Italiana e le maestranze sono del Sud, così ho intrapreso il mio percorso di studi presso lo IUAD Accademia della Moda. Mi sono fatto in quattro per tutti e tre anni di studi, mi davo sempre da fare, pretendevo sempre il massimo da me, partecipavo ad ogni contest che mi veniva proposto fino al contest più emozionante di tutti la Fashion Graduate che mi ha portato oltre che a Milano a Londra. In quel momento è stato come chiudere un cerchio quasi 10 anni dopo dalla mia prima volta lì. È stata un’esperienza che mi ha tolto il fiato, ho realizzato tutta la collezione in un mese e mezzo circa, affiancandomi ad alcune figure professionali che mi hanno seguito per tutto il percorso. Dopo Londra c’è stato Milano, prima della seconda passerella ho smontato tutta la collezione e nel mentre preparavo la tesi. Ho presentato la collezione ad ottobre mentre ho discusso la tesi a dicembre. Il 2018 è stato un anno intenso dove ho messo a dura prova me stesso e sono riuscito a superarlo con grande successo. Nel 2019 ho avuto le mie prime esperienze lavorative che mi hanno insegnato tanto e mi hanno fatto capire per l’ennesima volta che quello non era il mio posto. Così a settembre ho dato le dimissioni, ad ottobre ho organizzato il tutto con il mio compagno e il 1° novembre abbiamo fatto la follia di lasciare tutto e trasferirci a Milano. Appena arrivato qui ho cominciato a lavorare come assistente stylist per mantenere sempre la mente in allenamento e nel mentre continuavo a cercare altro. E una cosa che faccio tutt’ora sono sempre alla ricerca dell’occasione giusta e nel mentre non so con quale forza ho accettato qualsiasi tipo di lavoro per portare avanti questo percorso, perché qui voglio rimanerci!
Come definisci l’estetica delle tue creazioni?
L’estetica delle mie creazioni è complessa, si basa principalmente su due concetti per me fondamentali, volume e colore. Mi piace molto giocare con il colore, contrasti decisi e combinazioni di colore con tessuti completamenti diversi tra loro. La cura del dettaglio e la cosa che mi ruba più tempo quando realizzo un progetto.
Quali sono le tue ispirazioni nella vita?
Io nella vita sono una persona che tende a stare nella sua comfort zone, osservo molto tutto quello che mi succede intorno, come si comportano le persone e cerco di prendere il meglio di quello che mi circonda. Parlo davvero poco ma ascolto molto, mi piace ascoltare la storia delle persone che hanno qualcosa da raccontare, traggo ispirazione da loro, magari perché mi ha colpito il loro modo di affrontare una determinata situazione, la loro capacità nel raggiungere un obiettivo o comunque come affrontano ogni giorno la loro vita.
Raccontaci del processo creativo alla base dello sketch dedicato alla collezione Mario Dice che sfilerà la prossima Milano Moda Donna.
Per la realizzazione della proposta per il contest sono partito dalla scelta dei materiali, in questo caso il lino che ha portato la mia mente nei paesi caldi dai colori naturali che mi hanno suggerito di utilizzare per l’appunto questo tessuto nel suo colore grezzo.
Dal punto di vista stilistico ho preso ispirazione dalla mia collezione IMPERFECTO. Sono partito da una camicia che è stata trasformata in un abito scenografico come era richiesto dal bando, ma nel mio stile, aggiungendo tagli asimmetrici alla gonna molto ampia che sono accentuati dall’inserimento di rouches. L’utilizzo delle rouches ha caratterizzato la mia collezione e per questo ho deciso di riutilizzarlo, inoltre, analizzando le collezioni di Mario Dice ho costatato che anche lui utilizza molto questo elemento dinamico. Una volta decisa la struttura del corpo dell’abito ho pensato a diverse alternative per la manica, con lo scopo di realizzare una manica dalla struttura semplice ma con un dettaglio che possa colpire lo sguardo in passerella quando osservi l’abito a 360 gradi.
Che cos’è LOKE per te?
Loke per me è un’opportunità che ti regala visibilità sui social che sono diventati sempre più presenti in tutto, ma soprattutto è una vetrina per giovani designer che vogliono mettersi in gioco proiettandosi all’interno di una realtà aziendale e dire la propria.