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Imprese aerospaziali e aeronautiche: i rischi per il settore derivanti dal Covid19, la missione su Marte del 2027 e i programmi di innovazione

La pandemia di Coronavirus mette a rischio l’intera economia nazionale e, all’interno di questa, anche i settori che fanno da traino come ad esempio quello aerospaziale. “Non posso nascondere una grande preoccupazione per la tenuta del sistema aerospaziale sia in Italia che nella nostra regione – commenta Luigi Carrino, presidente del DAC, il Distretto aerospaziale campano – perché lo stop ai voli sta mettendo in crisi le compagnie aeree che, inevitabilmente, stanno rivedendo i loro programmi di ampliamento e rinnovo delle flotte di velivoli. Gli ordini vengono modificati e le commesse ridimensionate. A livello internazionale, la Boeing ha già interrotto alcune produzioni e altri stop sono previsti a breve. Questa situazione è destinata a peggiorare velocemente e temo che blocchi a lungo, anche una volta superata la crisi, il nostro settore che è trainante per l’innovazione tecnologica, oltre ad essere quello che genera maggiore valore aggiunto e occupazione”.

A preoccupare è la reazione a catena scatenata dal blocco dei collegamenti. “Con i velivoli bloccati a terra si fermeranno anche molte operazioni di manutenzione, così come sarà rallentata la logistica industriale, tutte attività che in Campania vedono la presenza di aziende leader a livello internazionale. – continua Carrino – e anche l’industria dello spazio dà segnali evidenti di difficoltà; ad esempio i prossimi lanci in programma dalla base spaziale di Kourou, in Guyana Francese, ai quali è interessata la nostra Avio Space, sono stati rinviati. Perfino la NASA ha appena espresso preoccupazione per le prossime missioni di astronauti diretti sulla Stazione Spaziale Internazionale. E’ importante che questo settore venga sostenuto a livello nazionale e regionale affinché possa essere uno dei principali traini della rinascita economica post-coronavirus”.

Il difficile momento che attraversa l’economia internazionale non ferma comunque l’innovazione made in Campania. Le imprese della regione, infatti, restano in prima fila per una nuova importante pagina nella storia dello sviluppo del comparto aerospaziale. La conquista di Marte entro il 2027 parte infatti dalla Campania e le imprese del DAC, il Distretto aerospaziale della Campania guidato da Luigi Carrino, sono all’opera per portare a termine con successo il programma SMS (Small Mission to MarS), fianco a fianco con i colleghi del DASS, il Distretto della Sardegna. Soggetto capofila dell’iniziativa è il Centro Italiano Ricerche Aerospaziali (CIRA) e un contributo determinante è fornito da ALI, il consorzio di PMI campane che detiene il brevetto della tecnologia IRENE, la sonda che sarà realizzata interamente nel nostro Paese e al cui interno saranno alloggiati specifici payload scientifici e tecnologici, così come il veicolo di lancio VEGA, il lanciatore italiano sviluppato in ambito ESA che garantisce la concreta fattibilità di un lancio nello Spazio senza dover ricorrere a paesi terzi. Il piano di sviluppo della missione, frutto del lavoro preliminare congiunto dei distretti DAC e DASS, prevede tempi di sviluppo di 7 anni ed un investimento di 250 Milioni di euro, escluso l’acquisto del servizio completo di lancio di VEGA, stimato in circa 50 Milioni.
L’aeronautica campana vede inoltre la collaborazione di grandi players come Leonardo e di piccole e medie imprese come quelle del Gruppo Mare Engineering, capofila dei progetti Fire ed E-Brake per aerei più sicuri e sostenibili. Il primo mira a sviluppare sistemi di protezione dal fuoco di materiali compositi strutturali a elevate prestazioni, attraverso l’uso di sottilissimi strati a base di grafene da aggiungere alla matrice del materiale composito stesso. Obiettivo del progetto è mettere a punto la tecnologia di produzione e testarne le potenziali applicazioni industriali, con particolare attenzione al comparto trasporti. Mare Engineering, in particolare, si occupa della modellazione termo-strutturale degli innovativi componenti realizzati in materiali additivati a base grafene e della calibrazione dei modelli rispetto alle prove sperimentali condotte su elementi prototipali realizzati dagli altri partner del progetto, vale a dire Jaber Innovation, Novotech e il Centro Regionale Information Communication Technology (Cerict). “Siamo da sempre impegnati nella ricerca per implementare i comparti aeronautico e aerospaziale, facendo della sicurezza una priorità – commenta l’amministratore delegato di Mare engineering Antonio Maria Zinno – e con i progetti di cui siamo capofila vogliamo collaborare anche alla sostenibilità, con un’impronta green”.  E-BRAKE, invece, è finalizzato allo sviluppo, produzione, test e qualifica di un sistema frenante elettro-attuato per piccoli velivoli da trasporto, valutando le problematiche connesse alla qualifica, integrazione e convalida in riferimento a un sistema carrello di atterraggio completo. Tra le innovazioni principali che il progetto intende realizzare, vi sono lo sviluppo di nuove e più efficienti architetture del carrello, sistemi avanzati di monitoraggio dell’integrità strutturale, sistemi per la valutazione delle caratteristiche del terreno di atterraggio. Il Gruppo, guidato da Zinno, si occupa della gestione delle attività tecniche deputate ai partner industriali Magnaghi Aeronautica e Umbria Aerospace Systems, e a quelli scientifici come Università di Perugia e Centro Regionale di Competenza (CRDC).

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