Piera Affinita, il percorso legalità passa per Gramigna

La professoressa Piera Affinita è responsabile dei percorsi di legalità presso l’Istituto Comprensivo Giovanni XXIII di Santa Maria A Vico, Caserta.
Qual è l’obiettivo del percorso di legalità?
“ Vivere nell’ottica delle regole da rispettare. Esistono esperienze molto dure che i giovani devono affrontare, non è possibile oggi vivere ovattati. La legalità è la prima arma per poter avere un futuro migliore. Sono progetti a tutto tondo. Un esempio è quello sulla storia dei Maya. Con esso abbiamo voluto trasmettere agli alunni il concetto di legalità attraverso le regole di un’ intera comunità. Hanno vinto un premio: un viaggio in Messico”.
Quando sono iniziati questi percorsi?
“Nei primi anni di servizio, nell’agro aversano. Lì ho ricevuto grande ospitalità dai dirigenti che trattavano già queste tematiche, così mi sono formata. Col tempo ho portato questo lavoro nelle scuole in cui sono stata impiegata con la preziosa collaborazione dei colleghi. Il nostro è un dovere verso i ragazzi”.
Gramigna può definirsi la perla di questo percorso?
“ Lo definirei la perla del momento, perché negli anni ci sono stati altri progetti con “ragazzi a rischio”. Ho letto il libro di Michele Cucuzza e Luigi Di Cicco, con cui da tempo collaboro. Protagonista del libro, dal titolo “Gramigna”, è un bambino di Lusciano, figlio di un boss che si dissocia dagli intenti di malaffare della sua famiglia. I ragazzi hanno letto e sviscerato le tematiche partecipando a convegni con Luigi, il protagonista, giudici, avvocati e carabinieri.
Com’è il fenomeno del bullismo visto da un’insegnante?
“La colpa è di noi adulti. I bambini non nascono bulli, lo diventano attraverso la società e le mancanze della famiglia. Occorre arginare questo fenomeno in crescita. La nostra scuola ha un’ equipe di docenti che ha portato a termine tanti percorsi didattici sul bullismo. Sette anni fa abbiamo messo in scena il musical “C’era una volta scugnizzi”, proprio sul bullismo, che è stato premiato al Giffoni Festival”.
Homo homini lupus è attuale?
“Purtroppo si, ma non è impossibile da superare. I ragazzi sentono di voler cambiare qualcosa. Siamo noi adulti che ascoltiamo poco. Ascoltare è diverso da sentire. Anche i genitori sono distratti dalle proprie problematiche. Sono grata alla mia scuola che mi dà la possibilità di organizzare questo tipo di lavoro che va al di la della pura e semplice didattica e all’ associazione “Ali e Radici” con cui collaboro”.
Emanuela Belcuore



